Studio di Psicologia e Psicoterapia - Perugia
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Come scegliere uno psicologo

I modi più diffusi per la ricerca di uno psicologo sono due: il consiglio di un amico/conoscente e la ricerca su internet.

Purtroppo generalmente le persone tendono a fare questa ricerca segretamente e quindi senza neanche potersi rivolgere ad amici e conoscenti, in quanto nella nostra cultura rivolgersi ad uno psicologo è ancora qualcosa che, stereotipicamente, si associa alla follia o al disturbo psichiatrico franco e pertanto, per molti, motivo di vergogna.

Ovviamente allo psicologo si rivolge, e può rivolgersi chiunque, per i motivi più disparati (a volte anche impropriamente) che nulla hanno a che fare con la malattia mentale ma più spesso per il bisogno di affrontare delle situazioni che ci creano disagi e difficoltà e che sappiano in un cuor nostro essere legate alla nostra psiche e alle nostre relazioni.

Venendo al punto: Come scegliere uno psicologo?

Quello che esprimo è ovviamente il mio pensiero personale in quanto esperto, poiché non vi è una regola.

Il primo consiglio è quello di scegliere uno psicologo che sia specializzato in Psicoterapia, ovvero che, dopo aver conseguito la laurea in Psicologia e l'abilitazione alla professione, abbia ultimato una scuola in Psicoterapia riconosciuta dal MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) e che sia iscritto all'albo degli Psicoterapeuti. Lo psicologo non Psicoterapeuta non può fare terapia, può per lo più somministrare test psicodiagnostici ai fini valutativi ed effettuare i cosiddetti "colloqui di sostegno" psicologico.

Premesso ciò, anche nell'ambito della psicoterapia non è cosa semplice per un non addetto ai lavori orientarsi dal professionista con la formazione più adatta per intervenire sulla propria problematica, per questo però ci si potrebbe affidare all'onesta intellettuale e alla correttezza deontologica dello Psicoterapeuta da cui capitate.

Rispetto alla scelta dell'approccio posso darvi qualche indicazione generale ed estramente orientativa in quanto è, in realtà, chi effettua i primi colloqui di valutazione che dovrebbe indirizzarvi al professionista più appropriato. Considerate che stesso per me che faccio questo mestiere esistono approcci di cui a stento conosco il nome e le radici.

Partiamo con il dire che esistono quattro tipi di Psicoterapia:

  • Individuale
  • di Coppia
  • Familiare
  • di Gruppo

e per ognuna di queste tipologie esistono tanti approcci diversi.

Ritengo che tutti gli approcci, se pur a livelli differenti, siano utili all'analisi e alla risoluzione dei propri conflitti interni; ma deve essere chiaro che determinate problematiche o sintomatologie non sono e non possono essere superate definitivamnte in breve tempo. Ciò che spesso accade è che le persone, avendo delle comprensibili resistenze nell'affrontare determinati nuclei (cosa faticosa), sperano in qualcuno che possa, quasi magicamente, risolvere le proprie problematiche facilmente e senza un grosso impegno da parte loro. Su questo terreno attecchiscono molte proposte terapeutiche "a pacchetto", ovvero coloro che propongono un tot di incontri, o un tot di mesi di terapia entro i quali il problema sarà risolto. Sicuramente esiste un ordine di problematiche psicologiche che possono essere risolte in breve tempo, ma questo non è definibile aprioristicamente senza aver valutato la situazione attraverso dei colloqui con il soggetto; inoltre ritengo che sintomatologie importanti siano difficilmente risolvibili in breve tempo. La psicoterapia è un percorso impegnativo, da tutti i punti di vista, pertanto quando cercate un terapeuta il primo aspetto fondamentale è che siate disposti ad impegnarvi. 

Un altro aspetto importante, ma su questo ci sono scuole di pensiero divergenti, è che lo psicoterputa a cui vi rivolgete abbia effettuato nell'ambito del proprio percorso formativo (e oltre) un proprio percorso di analisi personale. Dico questo in quanto anche i terapeuti sono degli esseri umani e portano con sé i loro vissuti e il loro funzionamento psichico, pertanto quando entrano in relazione con il paziente e con il suo materiale è necessario che abbiano analizzato profondamente il proprio, per distinguerlo da ciò viene attivato dentro di loro dal paziente e per poterlo restituire al paziente in quanto suo (e non del terapeuta) analizzandolo insieme.

In ultima istanza, se parliamo di sintomi in età evolutiva (infanzia e adolescenza) sappiate che è fondamentale in questi casi il coinvolgimento attivo delle figure genitoriali. In questo caso troverete chi separa i due setting, ovvero incontri con la coppia genitoriale da un lato e con il figlio dall'altro, e chi fa terapia familiare ovvero tutti insieme in terapia; in un caso o nell'altro ritengo che ciò che conta sia che i genitori siano parte integrante del processo terapeutico e del cambiamento. 

Nella mia esperienza, in determinati casi, sprattutto se parliamo di infanzia, la terapia familiare risulta uno strumento più potente e maggiormente efficace in quanto permette di analizzare in modo diretto la relazione, potendo lavorare su di essa nel qui ed ora di ciò che avviene nella stanza di terapia.

Nell'ambito della ricerca di uno psicoterapeuta troverete anche gli psichatri, oltre agli psicologi, e a questo punto, fermo restando quanto detto sopra, dobbiamo parlare di farmacoterapia. Rispetto a questo tema ci sono persone che non vogliono nella maniera più assoluta assumere farmaci, spesso a causa di pregiudizi o preconcetti errati, spesso per ciò che assumere un farmaco rappresenta dentro di loro; altri che preferiscono il farmaco proprio perché hanno una forte resistenza a lavorare interiormente sulle loro dinamche psicologiche. Detto ciò, ritengo esistano quadri clinici per i quali è necessario, o di grande utilità l'affiancamento di un supporto farmacologico, ma sono più rari i casi dove la farmacologia può essere un approccio terapeutico esclusivo, lì dove si voglia effettivamente tentare di risolvere il problema alla radice. Spesso il farmaco assopisce il sintomo ma non interviene sulle cause e va sempre tenuto in considerazione che se un sintomo esiste è perché svolge anche una funzione per l'individuo, una funzione a volte importante per quanto il sintomo possa essere limitante o fonte di sofferenza. Per questo, a volte, far sparire il sintomo con il solo farmaco è un modo molto parziale di risolvere un problema che continua ad esistere dentro di noi e che pertanto rischia di rispresentarsi alla nostra porta nella stessa, o in una nuova, forma. 

Mi rendo conto che semplificare la complessità della psicoterapia per dare dei consigli, come sto tentando di fare, è molto difficile, ma credo possa essere chiaro a tutti il concetto che i pazienti e i loro sintomi, o i loro disagi, vanno approfonditi e valutati accuratamente prima di poter definire un progetto terapeutico, detto ciò non vi resta che affidarvi allo specialista a cui avete deciso di rivolgervi.

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